Martin pescatore: il blu dal cielo, il rosso dal sole

È affascinante la necessità che abbiamo di dare una spiegazione per tutte le cose del mondo che ci circonda. Quando non siamo in grado di comprendere una cosa, da sempre, colmiamo il vuoto con la fantasia.
È proprio per quello che amo prendere ispirazione dalle leggende.
Avevo scritto sulle leggende legate allo scricciolo e oggi ecco quelle sul martin pescatore.

Il martino è uno degli uccelli con uno dei piumaggi più colorati che si possano trovare in Italia e una leggenda medievale spiega il perché della sua livrea.
Un tempo, il martin pescatore era completamente grigio e, al termine del diluvio universale, venne inviato assieme ad altri uccelli per cercare le terre riemerse. Piccolo ma coraggioso, prese sul serio il suo compito e cominciò a salire sempre più in alto per avere una visuale più ampia, talmente in alto che il suo petto, scottato dal sole, divenne rossiccio, mentre il suo dorso prese il colore del cielo e divenne blu.

 

Schizzi preparatori acquerello e grafite

 

Molti miti e leggende collegano questo piccolo uccello a fenomeni meteorologici.

Il martin pescatore è anche conosciuto come alcione, un uccello citato più volte nella mitologia degli antichi greci, dove Alcione era la figlia di Eolo, sposata con Ceice. Lei e suo marito ebbero la cattiva idea di scegliersi come nomignoli da innamorati due nomi, diciamo così, un po’ impegnativi: Era e Zeus. Gli dei, offesi per la loro arroganza, si vendicarono affondando la nave su cui si trovava Ceice. Alcione, appena ricevuta la terribile notizia, in preda al dolore, si gettò in mare e morì. Zeus, colpito dalla dimostrazione di amore, li resuscitò e li trasformò in due uccelli marini, due alcioni.

Ma neanche in questa forma i due innamorati avevano pace, perché il loro nido, costruito sulle scogliere, veniva continuamente spazzato via dalla burrasca. Eolo allora decise di calmare il mare per sette giorni prima e sette giorni dopo il solstizio d’inverno, permettendo loro di riprodursi. Per questo in Grecia, ancora oggi, i giorni di sole e temperature miti che si possono trovare a fine gennaio, vengono chiamati i “giorni d’alcione”.

In realtà non si è sicuri che l’alcione mitico sia proprio il martin pescatore, visto che questo ha l’abitudine di nidificare presso fiumi e laghi e non in riva al mare.

 

Schizzi preparatori acquerello e grafite

 

Secondo una tradizione francese, il nome “martin” deriva dall’amicizia di quest’uccello con San Martino di Tours. Curiosamente, anche in questa leggenda, si parla di giorni caldi che spezzano il gelo della stagione fredda. Un giorno, in pieno inverno, il santo, passando a cavallo accanto a un povero infreddolito, divise con lui il suo mantello. Subito la temperatura si alzò tanto da impedire al generoso cavaliere di patire il freddo. Per questo chiamiamo i giorni caldi di inizio novembre “l’estate di San Martino”.

In passato per i marinai inglesi e francesi, il corpo essiccato di un martin pescatore, appeso a un filo, era un’infallibile banderuola per il vento. Il suo becco, secondo la credenza, punterebbe sempre nella direzione da cui soffia la brezza. Inoltre, tenere un martin pescatore essiccato in casa proteggerebbe l’abitazione dai fulmini.

 

 

L’ultima leggenda che ho trovato non riguarda i fenomeni meteorologici, ma vorrei chiudere con questa perché l’ho trovata molto poetica e mi fa ripensare alla compassione dimostrata dal santo da cui il martin pescatore prende il nome.

Secondo una credenza, infatti, il martin pescatore ricopre di fiori i morti più soli, quelli lasciati senza sepoltura e che nessuno piange se non il piccolo uccello color del tramonto e del cielo.