Da un po’ di tempo non aggiornavo il mio taccuino delle leggende, tutta presa come sono da consegne e ultime uscite.
Nonostante tutto, questo mese volevo dedicare un piccolo spazio alla mia passione per il folklore.
Maggio nella comunità artistica online è dedicato a una delle creature mitologiche più famose: la sirena. Durante tutto il mese, soprannominato “Mermay”, molti artisti dedicano uno o più disegni a queste creature e quest’anno volevo fare qualcosa di speciale.
Ho così coinvolto la mia amica, esperta di antropologia e artista della stoffa Jenny Tourn di Babacio proponendole di lavorare sullo stesso tema. Dopo aver cercato un po’ di ispirazioni abbiamo scelto di immaginare l’aspetto di una creatura acquatica fatata risalente al folklore del medioevo: la Melusina.
Lei ha creato uno dei suoi deliziosi pupazzi mitologici e io ho aggiunto una pagina al mio taccuino delle leggende. È stata una bella occasione per scoprire questa bellissima e articolata storia di amore, fate, sortilegi e trasformazioni.
La più celebre versione del racconto è quella scritta da Jean d’Arras alla fine del ‘400. Ne “Le roman de Mélusine” viene raccontata la storia della fata Melusina attribuendo un’origine soprannaturale al casato dei Lusignano.
La nascita di Melusina
Il re d’Albania incontrò una bellissima fata presso una fonte e se ne innamorò perdutamente. La fata accettò di prenderlo in sposo, ma a una condizione: il re non avrebbe potuto assistere per nessun motivo al parto dei loro figli e alla successiva convalescenza. Qualche tempo dopo, la fata diede al mondo tre gemelle: Melior, Palestina e Melusina.
Il re, però, non rispettò la richiesta ed entrò nella stanza della fata subito dopo il lieto evento. La fata maledisse il marito per aver infranto la promessa e se ne andò via portando con sé le tre figlie.
Le tre piccole fate crebbero così piene di risentimento verso il padre da decidere di vendicarsi imprigionandolo in una montagna. La fata madre, però, ancora innamorata del re, lo liberò e punì duramente le figlie. Melusina fu condannata a trasformarsi ogni sabato dalla vita in giù in un serpente e avrebbe potuto sposare un umano soltanto a patto di non vederla mai durante la sua trasformazione.
Melusina e Raimondino
Un giorno, mentre si trovava presso una fonte con altre due fate, Melusina incontrò il cavaliere Raimondino, figlio del conte di Forez. I due si innamorarono a prima vista e la fata accettò di sposare il giovane, solo a patto, naturalmente, di non vederla mai e poi mai il sabato.
Le nozze si svolsero presso la fonte dove si erano incontrati la prima volta e lì Melusina edificò il castello di Lusignano. Gli anni passarono in serenità e prosperità e i due sposi misero al mondo ben dieci figli. Un giorno, però, Raimondino, incapace di trattenere oltre la propria curiosità, decise di spiare la moglie nel giorno in cui gli era proibito incontrarla. Un sabato la seguì nella torre dove lei si ritirava solitamente e la osservò nascosto dietro un arazzo.
La vera natura di Melusina
La sua bella Melusina stava facendo il bagno in una tinozza, pettinava i lunghi capelli che le incorniciavano il bel viso, la pelle del corpo era candida e perfetta. Ma poi quello che vide lo lasciò senza parole: dalla vita in giù il suo corpo era diventato quello di un ripugnante serpente. Inorridito, Raimondino se ne andò, ma decise di non dire nulla di quanto aveva scoperto.
Un giorno, però, una tragedia si abbattè sulla famiglia quando uno dei loro figli incendiò un’abbazia. Raimondino vide nell’azione del figlio l’influenza demoniaca della madre e in un attimo di rabbia rivelò la vera natura di Melusina. Per colpa del patto infranto, la fata fu costretta a trasformarsi, perdendo per sempre il suo aspetto umano. Oltre alla coda di serpente le spuntarono delle ali con le quali prese il volo lanciando urla strazianti. Raimondino non la rivide mai più, anche se si dice che di tanto in tanto Melusina tornasse a visitare i figli più piccoli per prendersene cura.
Secondo la leggenda, le sue grida si possono sentire ogni volta che un lutto colpisce la sua discendenza, la famiglia Lusignano, e quando il castello cambia occupante.
Nella mia interpretazione, ho deciso di rappresentare Melusina prendendo ispirazione dall’araldica, dove la fata veniva spesso rappresentata con una coda di sirena nel momento del bagno dentro una tinozza. In mano tiene uno specchio e un pettine. In altre versioni della leggenda, si dice che Melusina avesse una coda di pesce, alle volte addirittura doppia. Così, io l’ho disegnata con una coda di anguilla, un animale un po’ una via di mezzo tra pesce e serpente.
Nella mia versione, Melusina si volta guardinga mentre si fa il bagno di sabato, ignara del fatto che il suo segreto di squame lucenti sta per essere scoperto.
Nell’articolo sul suo blog Jenny racconta la possibile origine della leggenda, il riferimento alle anguille e tante altre informazioni interessanti che vi consiglio di leggere per scoprire di più su questa creatura incantata.