Ormai da qualche anno scrivo sul blog valdesina.it di leggende locali ambientati nelle Valli Valdesi del Piemonte. Così mi sono appassionata all’argomento e ora, quando vado in un posto nuovo, cerco se c’è qualche leggenda locale. Mi piace vedere le differenze, i tratti in comune di questi racconti del folklore che nascono da un’esigenza di trovare una spiegazione a fatti o conformazione di luoghi che sono parsi inspiegabili. A fine giugno sono stata in viaggio alle Azzorre, nelle isole di São Miguel, Faial e Pico e devo dire che queste piccole isole di origine vulcanica nel mezzo dell’Atlantico non mi hanno delusa in quanto a ricchezza di leggende. Mentre ero lì sono andata a visitare i posti in cui sono ambientate e ho dedicato un disegno a ognuna sul mio taccuino. In questa prima parte ho raccolto le leggende che mi sono piaciute di più dell’isola di Sao Miguel mentre nella seconda parte quelle delle isole Faial e Pico.
Sao Miguel è l’isola più grande dell’arcipelago delle Azzorre, si trova nel gruppo orientale e la seconda a essere stata scoperta dopo l’isola di Santa Maria dai navigatori portoghesi intorno al 1430.
La leggendaria isola delle “Sete Citades”
Secondo una leggenda, nel 700 dC, quando la penisola iberica venne invasa dai mori, sette vescovi cristiani fuggirono con una flotta alla ricerca della mitica isola delle “Sette Città”. Affrontarono giorni e giorni di navigazione, creature marine mostruose e tempeste terribili. Proprio dopo una di queste, nel giorno di San Giovanni, una fitta nebbia che avvolgeva la nave, improvvisamente si diradò rivelando una terra lussureggiante.
Qui i vescovi e i fedeli trovarono ad accoglierli la gente del posto, che li portò a visitare i meravigliosi palazzi. I vescovi decisero di far ritorno in patria per raccontare al re della strabiliante scoperta ma, appena le navi si allontanarono, una bruma celò nuovamente l’isola. Durante il medioevo partirono molte spedizioni alla sua ricerca, e in molte carte dell’epoca viene riportata, ma non fu mai più trovata. Si dice che il 24 giugno, quando la nebbia si dirada, l’irraggiungibile isola si mostri per poi scomparire ancora una volta nella nebbia del mare o nella foschia di un miraggio.
Lagoas das Sete Cidades
Nell’estremità occidentale dell’isola di São Miguel c’è una valle con due laghi gemelli nati nei crateri di due vulcani dormienti, il cui nome riprende quello dell’isola mitica: Lagoas das Sete Cidades. È un posto talmente bello che non mi è difficile immaginare la necessità di un’origine favolosa. Si racconta che qui, un tempo, vivesse una principessa bellissima. Poco attratta dalla vita di corte, preferiva passare il suo tempo a passeggiare tra la natura e ammirare le bellezze del luogo. Durante uno dei suoi vagabondaggi, incontrò un pastore, figlio di gente semplice, con cui iniziò a chiacchierare.
Parlando e parlando, si resero conto di amare le stesse cose e ogni giorno si avvicinarono di più, fino a giurarsi amore eterno. Purtroppo, però, il re aveva in mente altri progetti per la principessa, già promessa al principe di un regno vicino. Così impose la fine dell’amore, ma concesse ai due di vedersi per dirsi addio. Durante questo ultimo incontro i due piansero così tanto da creare due laghi collegati: uno blu come gli occhi della principessa e uno verde come gli occhi del pastore. I due innamorati non poterono rimanere assieme in vita, ma le lacrime versate per il loro amore resteranno unite per sempre.
Lagoa das Furnas
La terza leggenda delle Azzorre che mi è piaciuta di più è ambientata sempre a São Miguel, nella Lagoa das Furnas. Questo lago di origine vulcanica, si trova nella parte centrale dell’isola. L’attività vulcanica è ancora presente e attorno alle rive ci sono tantissime fumarole ribollenti. Si dice che un tempo questo fosse un luogo idilliaco dove le persone vivevano sempre in festa. Un giorno, un giovane del villaggio andò a prendere l’acqua alla solita fonte e si accorse che l’acqua, normalmente cristallina, era salata e i pesci saltavano fuori per poi morire boccheggiando. Vedendolo come un presagio di sventura, corse ad avvisare gli altri, che non gli credettero. L’unico che gli diede retta fu suo nonno. Insieme partirono per andare sull’altura più vicina per studiare la situazione. Da lassù videro apparire in mezzo al mare la leggendaria Ilha das Sete Citades.
L’avvistamento della misteriosa isola era considerato un presagio di sventura, sicuramente qualcosa di brutto stava per accadere! Cercarono in tutti i modi di convincere i loro vicini a seguirli in chiesa ma anche questa volta nessuno credette loro. Nonno e nipote, dopo qualche giorno tornarono alle loro attività quotidiane e partirono per andare a vendere i loro animali in un villaggio vicino. Quando rientrarono dopo qualche giorno videro che era successo un cataclisma: la terra era rivoltata, nuove montagne erano spuntate dal nulla e al posto del villaggio c’era l’attuale lago. Si dice che gli antichi abitanti del posto vivano ancora sotto l’acqua e che i bollori del lago vulcanico non siano altro che i fumi prodotti dai loro tegami sul fuoco. L’odore che si sente, invece, è quello dei pani di mais cotti nei forni delle donne del popolo sommerso che continuano i loro festeggiamenti.