Anche quest’anno ho partecipato alla Folktale week dal 15 al 21 novembre.
La Folktale week è una sfida su Instagram dove artisti da tutto il mondo partecipano pubblicando ogni giorno per sette giorni una creazione ispirata a una parola scelta dai creatori della sfida.
Quest’anno le parole erano: Luna, sogno, risveglio, banchetto, uccello, fiume e cielo.
Per questa edizione ho deciso di scoprire e illustrare leggende e racconti popolari da varie parti del mondo che hanno come protagonisti degli animali.
Ho scelto una palette di colori limitata e ho mantenuto quella per tutta la serie che ho dipinto ad acquerello.
Luna
Per questa prima illustrazione mi sono ispirata a una creatura del folklore di molti paesi dell’Estremo Oriente: coniglio lunare. Guardando le macchie della luna è possibile vedere, con un po’ di fantasia, un coniglio seduto davanti a un pestello. Ed è proprio da qui che sono nate molte leggende e miti, soprattutto in Cina, Giappone e Corea.
Sogno
Il baku è una creatura del folklore giapponese ma di origini cinesi. Viene descritto come un essere con corpo da orso, una proboscide, zampe da tigre e macchie. Il suo nome però in giapponese significa tapiro. Secondo la tradizione il baku si aggira di notte per rubare i sogni. Se si fa un incubo si può invocare il baku per farlo portare via e così tornare a dormire sonni tranquilli.
Risveglio
Per questa illustrazione mi sono ispirata a diversi racconti popolari dell’arco alpino che hanno come protagonista l’orso. Secondo la tradizione l’orso nel periodo della Candelora è capace di predire il tempo. La notte tra il 1º e il 2 febbraio l’orso si sveglia, esce dalla tana e guarda in su. Se vede brillare le stelle nel cielo sereno rientra nella tana sicuro che il maltempo tornerà e ci saranno ancora 40 giorni di freddo.
Secondo un’altra leggenda Enrico II fu aiutato dal re degli orsi a riprendere il trono della città di Berna che gli era stato usurpato da un re cattivo. Ed è per questo che la città ha nel suo stemma proprio un orso.
Banchetto
Il gallo di Barcelos di ceramica è un souvenir molto popolare tra i turisti del Portogallo. Questo oggetto deriva da una leggenda che racconta che un pellegrino che stava facendo ritorno da Santiago di Compostela fu arrestato a Barcelos con l’accusa di furto. Il presunto ladro fu portato dal giudice che era impegnato in un sontuoso banchetto. Il pellegrino disse di essere innocente ma il giudice non gli credette e gli disse che l’avrebbe assolto solo se il gallo arrostito che aveva nel piatto avesse iniziato a cantare. Il pover’uomo fu quindi portato al patibolo ma proprio in quel momento, davanti allo stupore del giudice, il gallo si alzò dal piatto e cominciò a cantare, risparmiando così la morte di un innocente.
Uccello
Secondo una leggenda giapponese un uomo povero trovò una gru ferita e la curò. Appena liberò l’uccello una donna apparve alla sua porta, l’uomo se ne innamorò e la sposò. La coppia aveva bisogno di denaro e la donna si offrì fare degli abiti da vendere. Ma a una condizione: il marito non avrebbe dovuto vederla mentre tesseva. La donna tesseva degli abiti magnifici che procurarono loro molto denaro ma nel frattempo la sua salute declinava visibilmente. Il marito preso dalla curiosità la spiò. Così vide che la moglie ogni giorno si trasformava in una gru e che strappava le sue stesse piume per fare i bellissimi abiti. Quando la gru si accorse di essere spiata volò via e non tornò mai più.
Fiume
Una leggenda sull’origine della Val Schener racconta che la conca di Primiero fosse interamente coperta dalle acque del suo fiume fino a formare due laghi bellissimi circondati dalle vette. Qui viveva tutta sola una lontra. L’animale passava le sue giornate a rimpinzarsi degli infiniti pesci del lago ma un giorno cominciò a sentirsi sola. Allora decise di scavare un piccolo passaggio sul fondo della valle per cercare di raggiungere dei suoi simili. L’irruenza delle acque però aprì un grande varco e formò le gole e la valle dove si trova oggi Primiero.
Cielo
In molti luoghi sulla costa italiana si racconta che un tempo nel cielo splendesse un gruppo di stelle piccole ma luminosissime chiamate Engrauline. Queste stelle erano però molto vanitose e passavano il tempo a vantarsi del loro splendore e a lamentarsi quando altri astri offuscavano il loro luccichio. Il loro chiacchiericcio continuo era così insopportabile che ad un certo punto Dio ne ebbe abbastanza e le gettò in mare trasformandole nei piccoli pesciolini argentati che chiamiamo acciughe.